Eleganza a tavola
Lo chef Vincenzo Butticè racconta di una cena che ha arricchito la sua visione professionale in merito all’eleganza a tavola.
Ristorante Il Moro
In occasione di una cena riservata ed esclusiva richiesta da un educatissimo e distinto signore.
All’interno della penombra di una serata, il ristorante sembrava dispiegarsi come un’opera d’arte, –racconta lo chef: arricchimmo la sala ristorante di rose rose ed orchidee bianche come richiesto dall’Ospite. Le luci soffuse e la musica in sottofondo , solo strumentale, pianoforte e sassofono, creavano un’atmosfera sofisticata e raffinata, il luogo perfetto per il distinto signore e la sua compagna. Ricordo che:– Lui irruppe con passo deciso, avvolto da un’aura di misteriosa sicurezza. Indossava uno smoking nero tradizionale, perfettamente tagliato su misura, un orologio al polso di pregio e sobrio, che conferiva al suo abbigliamento un’aria di semplicità sofisticata. Poco dopo, ecco la lady: in un abito da sera rosso rubino che si adattava con grazia alla sua figura, completato da tacchi eleganti e pendenti d’oro con perle emozionanti.
La cena raffinata
Ricordo, racconta lo chef, che il tavolo fu predisposto con cura maniacale: tovaglia in lino bianco, con leggeri ricami, posate d’argento e calici di cristallo, candele e fiori.
Lui, anticipando il nostro service volle aprire la sedia alla Lady, la fece accomodare e solamente dopo lui raggiunse la sua sedia.
Alla proposta del vino lui disse scegliamo quello che dedice la signora. La signora scelse una pregiata bollicina italiana rosè, con un sopraffino perlagè.
Il distinto signore alzò il calice di vino, osservando attentamente il suo stupendo sentore e il continuo perlagè, prima di brindare dolcemente con la sua compagna.
Questo semplice ma significativo brindisi segnava l’inizio di una cena indimenticabile.
Per la cena, scelsero un antipasto a base di crostacei siciliani, una potagè di zucchina e cappasanta al vapore e come portata centrale un pesce pescato testa coda al sale. Ricordo che curammo la presentazione del cibo come rappresentasse una raffigurazione d’arte.
La tavola e l’eleganza
Durante la cena, ogni loro mossa era delicata e toccante, ogni gesto misurato e aggraziato. Lui, con mani salde ma gentili, tagliava la carne con precisione, ponendola con cura al centro del suo piatto. Lei, con movimenti fluidi, assaporava piccoli bocconi, gustando il cibo come se fosse in estasi. Le loro conversazioni erano un fluire di parole attente, sussurrate in toni caldi che si mescolavano con la musica di sottofondo.
Le gestualità mostrate dalla coppia ci lasciarono di stucco tanto fosse presente un’innata eleganza e sobrietà, racconta lo chef.
La naturalezza con cui maneggiavano le posate, senza mai un gesto fuori posto, era un riflesso della loro innata eleganza. Ogni dettaglio, dal modo in cui sorseggiavano il vino al modo in cui disponevano le posate nei piatti, rivelava una sincronia perfetta.
La delicatezza delle mani
Alla fine il cameriere arrivò con la torta di cioccolato criollo e frutti rossi; lei, con grazia, ha voluto che venisse messo nel centro della tavola, lo svelò lentamente,la donna sollevò il cucchiaino con grazia, rompendo la superficie lucida con un tocco leggero. L’uomo osservava, affascinato e ammirando dalla delicatezza della sua mano e dei suoi gesti. Ogni boccone era un’esperienza, condivisa attraverso sguardi e sorrisi che parlavano più di mille parole.
Congedarsi con Eleganza
L’atmosfera , con le luci soffuse e la musica che avvolgeva la sala, era il perfetto complemento alla loro eleganza. Ammiravamo, quasi incantati, la naturalezza con cui la coppia viveva quel momento. Non era solo una cena, ma una celebrazione della bellezza e della raffinatezza in ogni suo aspetto.
Quando la serata volse al termine, e i due si alzarono per andarsene, ltrattenemmo il respiro. L’armonia dei loro movimenti, la leggerezza con cui si presero per mano, lasciarono un’impressione indelebile. Era chiaro a tutti che l’eleganza, quella vera, nasce dalla naturalezza con cui si vive ogni istante, anche a tavola.