Il piacere e la trasgressione sono associate all’idea del dolce, ognuno di noi ha messo almeno una volta il dito nella cioccolata spalmabile e ne ha goduto mangiandone fino alla pelle del dito, con il gusto di finirlo e la paura che finisse subito.
I dolci sono sempre oggetto di furto e trasgressioni, si mangia qualcosa violando il volere di qualcuno, il dolce premia, ci fa evadere dalla normalità e dalla routine.
Il dolce compensa lacune amorose, carenze di affetto e il grande effetto magico del dolce, come un incantesimo, riesce sempre a farci stare in contatto con il nostro essere bambini.
Pensare al dolce, per noi significa coniugare armoniosamente il dovere della regola che da adulti ci auto imponiamo e il piacere del capriccio, il capriccio di concedersi a delle boccate morbide, e croccanti, spumose, e infinitamente intense di godimento.
Per questo Salvatore si è dedicato al cioccolato e alla pera, in questo gioco il filo conduttore ci ha portato alla delicatezza della pera, ai suoi fiori bianchi e leggermente rosati. I.Allende la codifica come una frutta afrodisiaca per la sua forma, oltre che questa frutta permette sin da subito di violare le regole formali e mangiarla direttamente con le mani.
Ma questo lo facciamo anche con il cioccolato vero ?
Ed ecco l’abbinamento con il cioccolato, forse ricevere una scatola di prelibate e delicate praline di cioccolato non procurano lo stesso gradimento di un mazzo di rose ?
Si è vero che il bello del dolce è mangiarlo anche furtivamente ma se riuscissimo a farlo in due chissà quanta adrenalinica soddisfazione produrrebbe.