Ottobre, il mese dei Re della tavola
Il menu di degustazione di Ottobre de Il Moro Ristorante si caratterizza per la valorizzazione di ingredienti che ci piace definire Re della tavola, ovvero i legumi abbinati al pesce.
Ottobre è il mese dell’olio novello, delle galline e dei brodi, cavoli, legumi e cereali, cefali, sardine e vongole e tanti altri frutti del mare e della terra.
Nel mese di ottobre si festeggiano 31 giornate mondiali, per esempio il 12 ottobre con il Columbus Days, il 16 la giornata mondiale dell’alimentazione ed il 25 la giornata mondiale della pasta.
Viaggio al mare tra legumi e pani
Proprio nel mese di ottobre, per la rassegna Viaggio in Italia in 7 tappe, intraprendiamo il viaggio al mare, tra legumi e pani, il percorso gastronomico dedicato alla gastronomia contadino/marinara.
Ottobre il mese dell’olio, delle vendemmie, delle semine, un mese particolarmente ricco per la tavola, il mese che segna la rottura con il tenue tepore di inizio autunno.
Ecco l’entrata in scena I Re della tavola, i funghi, cavoli, legumi e grani, brodi e galline e pesci sostenibili
Il percorso degustazione
Dal 03 ottobre al 01 novembre
Viaggio al mare tra i legumi e i pani
Insalata di gallina, cicerchia e cicorino
Maccu’, granchio blu e finocchietto
Bottoni di gallinella e brodo di gallina
Polpetta di gallinella e ceci
Percorso riservato all’intera tavola
70,00 € p.p.
Il percorso degustazione è riservato all’intera tavola
Special Guest
Alla prima serata, 03 ottobre, dedicata al percorso degustazione Viaggio al mare tra i legumi e pani, 2 tappa del Viaggio in Italia
avremo un ospite di eccezione il Maestro Adriano Del Mastro, panificatore eccellente e seguito dalla critica nazionale e internazionale. Per l’occasione ci delizierà con i pani realizzati con i suoi grani.
Intervista agli Chef Salvatore e Vincenzo Butticè
D.: Vincenzo perchè la 2 Tappa del Viaggio in Italia è dedicata ai legumi e il pesce ?
R.: Perchè è come se avessi il sentore che siamo distratti esclusivamente dalle tendenze esterofile, ( tecniche e ingredienti) e trascuriamo il forziere della cucina tradizionale italiana, in questo caso di origine contadino/marinara;
D.: Pensa davvero che corriamo il rischio di dimenticare la tradizione gastronomica italiana ?
R.: In questo momento storico siamo come in ” una via di mezzo” o ” purgatorio” le generazioni di cinquantenni in sù hanno ancora memoria di alcuni piatti della tradizione, dalla generazione z in giù il rischio è più alto. I distrattori più significativi li possiamo trovare nelle tendenze dei cibi verso il dolce (eccessivo) e il salato (eccessivo) oppure dalla incondizionata e sfrenata ricerca della novità che provenga da fuori dell’Italia.
D.: Salvatore lei cosa pensa delle tecniche utilizzate in cucina ?
R.: ritengo che le tecniche debbano essere funzionali all’esaltazione del/degli ingredienti sotto l’aspetto nutrizionale e sensoriale, devono essere utilizzate per questo scopo e mai per autograficare l’ego del cuoco. L’ego del cuoco deve alimentarsi dalla totale soddisfazione degli Ospiti.
D.: Quindi si sente più uno chef conservatore o un progressista ?
R.: mi guardo molto dalle categorizzazioni e generalizzazioni, un cuoco non può posizionarsi da una parte così come non deve avere pregiudizi, ma una delle sue funzioni etiche è far ricordare, entrare nella memoria sicuramente antitetico al dimenticare la tradizione gastronomica italiana.